Il Convento di Santa Maria di Castello (Filippone, Giannarelli)

Dalla chiesa di Santa Maria di Castello, attraverso bui corridoi in stile gotico, cioè costruiti in prevalenza con marmo bianco per rappresentare il bene, e  ardesia nera che rappresenta il male, si arriva a una sacrestia attraverso una porta di marmo. Su di essa sono scolpiti bassorilievi, e sculture rappresentanti angeli perfettamente conservati, opera di Gaggini e Riccomanno. 
L'ardesia nera, una tra le più preziose, proveniente dal promontorio, ora  non è più presente a Genova perché il Promontorio è stato raso al suolo per effettuare un collegamento fra il porto di Genova e quello di Prà. 


La sacrestia è arredata con mobili scuri e preziosi del 1700 quadri dipinti da artisti che giravano per i conventi perché i monaci erano gli unici ad accoglierli, al contrario del resto della popolazione che li perseguitava. I monaci, in cambio della loro generosità, ricevevano dagli artisti molte opere d’arte. Le più importanti sono: una scultura in legno che rappresenta la Madonna della città venerata da San Bernardo, del '700, e altri affreschi e quadri. 

Proseguendo siamo entrati in un giardino stupendo a forma quadrata con praticelli curati, alberi di arance, di mimose e diverse piante aromatiche e fiori, molto curati. C’erano  due sentieri perpendicolari, che si incrociavano al centro ed erano costruiti con ciottoli di ardesia del promontorio. La guida ci ha raccontato che nell’antichità, i monaci vi coltivavano piante medicinali e alimentari, inoltre, vi allevavano animali utili per carne, lana, latte ecc. In questo giardino era presente tutto quello che serviva ai monaci. Inoltre, si intravvedeva il campanile, in stile romanico, pesantemente modificato nel corso dei secoli. Dell’originale restano una serie di archetti pensili. 

Attraverso scale e  corridoi si arriva alla loggia dell’ Annunciazione.

Sul lato sinistro si vedono una serie di colonne, sul lato destro delle enormi finestre sbarrate con inferiate di ferro. Sul soffitto si può notare un lungo loggiato che accompagna la veduta del secondo chiostro. Questo è abbellito da disegni a caratteri floreali e figure di personaggi famosi, accompagnati da scritte in latino. Quest’ultimo è inoltre un classico esempio di pittura genovese del 400’. All’interno della loggia, è presente l’annunciazione dipinta da Giusto d’Alemagna, detta anche di Revensburg che risale al
1451. Rappresenta l’arcangelo Gabriele che annuncia l’arrivo di Gesù a Maria. L’annuncio avviene all’interno di una tipica casa genovese. Al suo interno sono presenti vasi e colonne pregiate bianche (marmo) e nere (ardesia). Nel dipinto si può notare anche un macramè cioè un tessuto bianco e blu che termina con delle frange e dei nodicelli, mobili in legno e un letto coperto da un mezzaro, un copriletto che serve anche da tenda e che è tipico genovese. Riguardo questo letto si può dire che l’artista non è tanto bravo nel dare l’effetto della profondità e della prospettiva. Dalla bocca dell’Arcangelo Gabriele si vedono uscire delle parole in latino che sono presenti anche sul vestito di Maria. Fuori dalle finestre della cucina, rappresentata sempre nel dipinto, si può vedere il futuro, cioè la nascita di Gesù e l’arrivo degli apostoli. 
Il chiostro dei morti si trova sotto la loggia dell’ Annunciazione. Codesto nell’antichità era molto vicino al mare, tanto che dalle case circostanti (e addirittura dal chiostro) si poteva pescare.


Ai giorni d’oggi, le diverse costruzioni, e la sopraelevata, hanno rubato spazio al mare. Oltre al chiostro dei morti sono presenti altri due chiostri: il primo venne costruito tra 1445 e il 1452, all’interno  si trovavano tutti i locali servizi come il refettorio, la cucina e l’infermeria. Al piano superiore c’erano i dormitori. Il secondo è coevo al primo e fu costruito sulle fondamenta delle case medievali. È formato da un porticato e due loggiati ai piani superiori. Il terzo è più piccolo dei precedenti e fu costruito tra i 1492 e il 1513. Questo é inglobato in una residenza universitaria quindi non è visitabile. Sotto di esso c'erano delle cisterne per raccogliere l’acqua piovana. Ora è diventato una grande stanza dove si svolgono delle manifestazioni.