Guglielmo Embriaco e le torri di Genova (Bombelli, Sagoleo)

Guglielmo Embriaco nacque a Genova e visse fra la seconda metà dell'XI e la prima del XII secolo. Venne soprannominato testadimaglio. Tale appellativo gli derivò dalla fama di guerriero e per la sua probabile forza fisica.
Fu guerriero e mercante al tempo stesso. Secondo gli storici, Embriaco, era destinato a diventare capostipite di una prestigiosa dinastia genovese che avrebbe partecipato per lunghi decenni al governo cittadino e guadagnato diritto di signorìa.

Non disgiunse mai il suo impegno in nome della Chiesa di Genova e il profitto personale o quantomeno familiare, ma anche quello della città sotto la cui bandiera compiva le proprie spedizioni, una città destinata a confermarsi nell'arco di pochi decenni come unica e vera e propria porta sul mar Mediterraneo.
Guglielmo Embriaco prese parte assieme al fratello Primo alla crociata cristiana del 1099, compiendo diverse spedizioni in tutta l'area siro-palestinese del Medio Oriente e, al fianco di Goffredo di Buglione contribuì in Guglielmo Embriaco poté entrare trionfalmente dalla porta di David dopo che le maniera decisiva all'assalto finale dal lato sud che determinò la caduta di Gerusalemme.
Potenti macchine da guerra e le torri d'assalto, realizzate dai balestrieri genovesi con il legname ricavato dalle navi servite a trasportarli oltremare, ebbero la meglio sulla resistenza musulmana. Goffredo di Buglione stesso, fece scrivere sopra la porta del Santo Sepolcro: "Praepotens Genuensium Praesidium", a ricordo della incredibile impresa dei Genovesi.

Fra i reperti che Embriaco riportò dalla Terrasanta dopo la presa di Cesarea (1101) figura il Sacro Catino, tuttora conservato nella Cattedrale di San Lorenzo; si tratta di un ampio calice di pietra verde traslucida che al tempo fu creduto il Santo Graal; si è anche ritenuto che fosse il piatto usato nell'ultima cena, ma la datazione scientifica ha rivelato trattarsi d'un manufatto d'arte islamica databile al IX-X secolo.

Le gesta di Guglielmo Embriaco a Cesarea sono state immortalate da Caffaro e poi anche da Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata. In un altro testo storico dello stesso Caffaro vengono esaminate più dettagliatamente le vicende storiche che portarono i membri della dinastia degli Embriaci al controllo della città di Biblo. Va ricordato che Caffaro era stato compagno d'armi e di navigazione in numerose imprese di conquista di città della costa orientale del Mar Mediterraneo, fino alle porte del Bosforo.

Torre Embriaci

La Torre Embriaci, anche chiamata Torre degli Embriaci, è situata nella zona più antica di Genova, quella dove sorgeva il "castrum".
È l'unica delle numerosi torri che si trovavano nell'attuale centro storico di Genova ad essere stata risparmiata dall'editto del 1196 che volle il taglio ad 80 palmi di tutte le torri cittadine.
La costruzione della torre è legata al nome del celebre Guglielmo Embriaco che, assieme alla flotta di Primo di Castello, suo fratello, si distinse nella conquista cristiana di Gerusalemme del 1099.
La costruzione della torre può essere collocata al principio del XII secolo. La massiccia struttura in grossi blocchi di pietra bugnata, alta 41 metri, presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per l’illuminazione e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato dalla cornice a dente di sega, si trovava in quasi tutte le chiese dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è senza dubbio originale. In modo analogo si coronarono altre torri di cui unico esempio completo, però duecentesco, è nella Torre degli Spinola in piazza Caricamento.
Potrebbe supporsi che il materiale impiegato provenisse dagli avanzi della prima cerchia di mura, ormai abbandonata, che correva poco lontano, mentre la tecnica era sempre la medesima usata nell’alto medioevo sul modello di quella tardo-romana. Torre Embriaci è una delle poche torri di Genova sopravvissute ad un’ordinanza del 1196 che impose la riduzione dell’altezza di tutte le torri cittadine ed inoltre è una fra le poche risparmiate dai periodici cambi di governo. Infatti, il podestà Drudo Marcellino ordinò che nessuna torre potesse superare l’altezza di 80 palmi (circa 20 metri). Mentre tutte le altre torri (ben 66 in tutta Genova fino al XIII secolo, 33 alla fine del XV secolo) vennero mozzate, una lapide posta alla sua base ricorda che la Torre degli Embriaci - alta 165 palmi - fu risparmiata, forse in ricordo delle gloriose imprese di Guglielmo Embriaco in Terrasanta. La torre fu sottoposta nel 1926 ad un restauro integrativo della parte terminale che vide l’aggiunta della merlatura guelfa.

Le torri di Genova

Come già spiegato nel precedente paragrafo, Genova, nel XIII secolo, era costellata di torri; se ne contavano 66 sulle antiche ‘domus’ delle più potenti famiglie come gli Embriaci, i Colonna, i Giustiniani o i Sauli. Ne rimasero purtroppo solo 33 alla fine del XV secolo. Oggi le torri ancora visibili sono molto poche: la maggior parte, infatti, sono state demolite, inglobate nei palazzi attigui o hanno mutato la loro funzione (il campanile di San Giorgio per esempio che nacque torre, Torre Alberici, e solo in seguito cambiò la sua funzione da civile a religiosa).

Tra le altre Torri ricordiamo la Torre Grimaldina (Palazzo Ducale), la Torre dei Maruffo, la Torre di San Luca (detta anche degli Spinola), la Torre Alberici, la Torre di Palazzo Lercari Spinola.