Simon Boccanegra (Riba, Zunino)

Simon Boccanegra fu molto importante perché fu il primo doge di Genova e padre della Repubblica.

Egli apparteneva ad una famiglia benestante di mercanti. Nacque da Iacopo di Lanfranco e da Ginerva Saraceni, in Toscana, nel 1301 circa.
I Boccanegra raggiunsero l'apice del potere in commercio grazie al fratello del nonno, Guglielmo Boccanegra.
Si pensa che il Boccanegra, prima di essere eletto doge, non avesse ricoperto alcun incarico pubblico.
Il 23 settembre del 1339, quando diventò doge, scacciò i guelfi, nobili che sostenevano il papato, e cercò di governare al di sopra delle fazioni.
Egli diede prova di grande fermezza quando i commerci non erano molto favorevoli e la situazione non era una delle più facili, assumendo il comando delle forze militari e delle fortezze, riuscendo così a sottomettere i feudatari ribelli e a recuperare i possedimenti genovesi sulle due riviere liguri.
Stipulò anche un accordo con Anna di Savoia per unire le forze genovesi a quelle veneziane e combattere i Tartari di Gianibek nel 1341.
Nonostante i suoi brillanti successi il suo dominio finì il 23 dicembre del 1344 quando abbandonò spontaneamente il potere in parlamento davanti al popolo.
È probabile che nel tempo che rimase a Pisa continuò a interessarsi alle vicende politiche della sua città natale; infatti nel 1353 affidò all'arcivescovo milanese le forze genovesi, quindi le affidò al fratello Bartolomeo nel 1362 per una spedizione nell'oltregiogo.
Dopo diverse razzie furono però costretti a tornare a Genova per l'arrivo della cattiva stagione.
Ebbe invece maggior successo la spedizione in Corsica dove grazie al Boccanegra l'isola fu conquistata, e il governo affidato al fratello Giovanni.
Nonostante in oriente le rivalità commerciali continuassero, il Boccanegra cercò di appianarle anche se la morte gli impedì di portare a termine questo progetto.
Il Boccanegra morì il 14 Marzo del 1363 dopo aver partecipato ad un banchetto a casa del genovese Pietro Marocello e si pensa che sia stato avvelenato da sicari delle famiglie Adorno e Fregosa.